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Un accordo per la Siria, nonostante tutto

Luca Rodilosso – redazione

La Siria è un inferno. Vero.
Nessuna delle parti in causa va più per il sottile. Vero.
Occorrerebbe un accordo, oggi apparentemente impossibile, tra Russia Iran Sauditi e Usa, per far tacere le armi.

Su una cosa continuo a non capire, e lo faccio per provare a dare credito al demonio occidentale:
-come mai le sostanze chimiche dilagano quando su uno scenario di guerra sta per “vincere” il regime?
– come mai non si spiega mai chi sono questi elmetti bianchi che effettuano i salvataggi (ormai comprovato che sono gli stessi islamisti)?
– come mai quando l’esercito siriano trova depositi di armi chimiche inesplose in mano ai ribelli, non si dice nulla?

I white helmets sembrano un po’ come quel testimone che casualmente si trova sempre sul luogo del delitto avvisando per primo la polizia.

Ora, sull’inferno in terra nessuno può essere più moralmente nel giusto. È un lavoro improbo e triste quello di provare a analizzare i fatti in questo contesto. Ma bisogna provarci, per uscire dall’ambiguità da noi tanto criticata.

I bombardamenti convenzionali li sta facendo il regime siriano (termine improprio “regime” ma per comodità lo chiameremo così).
Non è bello ne entusiasmante. Anche se antimperialisti, dovremmo rimanere umani e capire che per quante ragioni possa avere uno stato a difendersi ci sono dei civili che divengono ostaggi in una situazione di guerriglia. Se no Israele a questo punto avrebbe ragione dei bombardamenti su Gaza (pur con le differenze dovute tra Siria e Israele).

Sulle armi chimiche personalmente ho sempre avanzato questa ipotesi: esistono depositi sparsi di cui le città siriane sono minate. Con la ritirata del regime nel 2012 parte di questi depositi è caduta in mano a diverse bande armate jihadiste anche straniere, che li hanno usati o spostati in base alle esigenze del momento. La parte rimasta in mano al regime è stata effetivamente distrutta in base agli accordi internazionali. Una parte invece è stata importata dall’Arabia Saudita con benevolenza americana e francese. I bombardamenti convenzionali russo siriani sulle zone ribelli, non essendo particolarmente chirurgici, fanno detonare queste armi depositate, volutamente o per caso temporaneo messe lì dai ribelli.

Nessuna delle parti retrocederà, il mondo è cambiato e l’occidente non vincerà su Assad. Ecco perché rimane solo la diplomazia.
Nonostante tutto.
Occorrerebbe un accordo, oggi apparentemente impossibile, tra Russia Iran Sauditi e Usa, per far tacere le armi.