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Appello per la pace dall’Ucraina Resistente

Segnaliamo questo appello e la dichiarazione del Comitato Centrale del Partito Socialista Progressista dell’Ucraina.

CIVG – Centro di Iniziative per la Verità e la Giustizia

Appello per la pace dall’Ucraina Resistente: “Serve il pane invece dei fucili, la pace invece della guerra!


28 gennaio 2022


Corrispondenza da Kiev, a cura di Enrico Vigna, SOS UcrainaResistente/CIVG


Il Partito Socialista Progressista dell’Ucraina ha reagito alla spinta verso la guerra, che viene dai paesi occidentali per un conflitto militare tra Ucraina e Russia. Natalia Vitrenko e Vladimir Marchenko, preisidente e vice presidente del PSPU, hanno inviato un appello/dichiarazione di condanna ai vertici di Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Polonia e NATO, con copia ai vertici di ONU, Consiglio d’Europa, OSCE, Ucraina e Russia, intitolato
“Smettete di fornire armi e fare ricatti politici per incitare l’Ucraina alla guerra con la Russia!”


Ritengono che questa posizione sensata, inviata alle strutture internazionali competenti e ai massimi funzionari degli stati, sia il contributo del PSPU a prevenire una guerra fratricida, per impedire provocazioni con il rischio di una terza guerra mondiale.
Lo scontro globale tra Russia e Stati Uniti si sta spostando dalle norme diplomatiche a quelle militari-diplomatiche con il pericolo di degenerare in un conflitto militare. Il 15 dicembre 2021, la Russia ha avanzato richieste agli Stati Uniti e alla NATO per una garanzia pacifica della sua sicurezza.
L ‘estensione/avanzamento della NATO verso est, trascinando Ucraina, Georgia, Moldova nella NATO, costituisce legittimamente una minaccia per la sicurezza della Federazione Russa. La discussione delle proposte della Russia per una soluzione negoziale, si è svolta con gli Stati Uniti a Ginevra il 10 gennaio, con la NATO a Bruxelles il 12 gennaio e con i paesi dell’OSCE a Vienna il 13 gennaio, ma per ora, non hanno dato risposte tangibili .
L’Ucraina in questo scontro tra le potenze mondiali è diventata sia un fattore scatenante che una vittima potenziale per il suo popolo.


La N. Vitrenko e V. Marchenko hanno anche denunciato la falsa interpretazione da parte dell’Occidente della sovranità dell’Ucraina e la sua manipolazione nell’interesse dei paesi della NATO. “ Per l’Ucraina una catastrofe con la propria sovranità violentata. Gli Stati Uniti e la NATO stanno manipolando il nostro Paese e, dopo averne violentato la sovranità, stanno ingannando la comunità mondiale, trasformando il popolo ucraino, già immiserito e impoverito di questi anni del dopo Maidan, in carne da cannone con una guerra.”

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Smettete di fornire armi e fare ricatti politici per incitare l’Ucraina alla guerra con la Russia!
Dichiarazione del Comitato Centrale del Partito Socialista Progressista dell’Ucraina
” Al presidente degli Stati Uniti George Biden
Al primo ministro britannico B. Johnson
Al Primo Ministro canadese J. Trudeau
Al Presidente della Polonia A.Duda
Al segretario generale della NATO J. Stoltenberg
Al Segretario Generale delle Nazioni Unite A. Guterres
Al Segretario Generale del Consiglio d’Europa M. Pejčinović-Buric
Al Segretario Generale dell’OSCE H.-M. Schmid
Al Presidente dell’Ucraina V. Zelensky
Al Presidente della Federazione Russa V. Putin


Kiev, 19 gennaio 2022


Insigni capi di stato, capi di autorevoli organizzazioni internazionali!
Il Comitato Centrale del Partito Socialista Progressista dell’Ucraina, esprimendo la sua profonda preoccupazione per la catastrofe socioeconomica dell’Ucraina, considera inaccettabile e pericoloso, sia per i cittadini ucraini che per l’intera comunità mondiale, l’incitamento alla guerra con la Russia, mediante il ricatto politico dell’Ucraina. A questo, il nostro paese è incitato dai paesi occidentali guidati dagli Stati Uniti e dalla NATO.
Dal 2014, con nostro grande rammarico, in Ucraina è in corso una guerra fratricida, in cui sono già morti più di 15.000 civili innocenti. In violazione del diritto internazionale e l’art. 17 della Costituzione dell’Ucraina, le forze armate del nostro Stato sono coinvolte in questo conflitto. A nostro avviso, la ragione di questa situazione in Ucraina non è stata solo la riscrittura della storia e la glorificazione dei collaborazionisti ucraini, complici di Hitler dell’OUN-UPA, ma anche la conduzione di una politica inaccettabile per uno stato civile, basata sull’ideologia di una Ucraina nazionalista e radicale, fascista. Fu questo nel 2014, che diede origine all’odio nazionale e religioso, alla discriminazione nei confronti delle minoranze, che ovviamente portò alla disgregazione del nostro Paese. Tale politica è sancita dalle leggi sulla purezza della popolazione ucraina, sulla “decomunistizzazione”, sulle minoranze nazionali e sulle lingue.


La spaccatura della società e l’inganno del nostro popolo hanno rafforzato il percorso verso l’UE e la NATO imposti al nostro Paese. La sovranità dell’Ucraina nel 1991 è stata riconosciuta dalla comunità mondiale sulla base delle norme e dei principi stabiliti nella Dichiarazione sulla sovranità statale dell’Ucraina, che fu approvata due volte dal nostro popolo ai referendum pan-ucraini ( il 17 marzo e 1 dicembre 1991). È questa Dichiarazione che ha la massima forza legale. E questo significa che la comunità mondiale non solo ha riconosciuto, ma è anche obbligata a difendere la sovranità dell’Ucraina come Stato neutrale, senza blocchi, con un orientamento di politica estera indirizzata alla creazione di uno Stato unito con le ex repubbliche dell’URSS.
Comprendiamo che a voi, leader dei paesi occidentali, non piace una tale sovranità dello stato ucraino e non vi avvantaggia geopoliticamente. Ma questa è stata la scelta del nostro popolo, e non la falsa scelta del governo fantoccio ucraino, che sta trascinando il Paese nell’UE e nella NATO.


È un fatto indiscutibile che finché nel nostro Paese è stato mantenuto lo status di non blocco, abbiamo avuto pace e tranquillità. E il percorso verso l’UE e la NATO, la politica del nazionalismo radicale ucraino fascista, ha portato non solo a una catastrofe socioeconomica e alla perdita della sovranità statale, ma anche alla trasformazione del nostro popolo in carne da cannone della lotta geopolitica dell’Occidente contro Russia e Cina.
Il Comitato Centrale del Partito dei Socialisti Progressisti dell’Ucraina è categoricamente contrario a tale politica che costringe le autorità ucraine a provocare un conflitto militare su vasta scala con la Federazione Russa.
Le nostre conclusioni si basano non solo sulla retorica aggressiva dei funzionari dei vostri stati e dei leader della NATO, non solo sulla propaganda militarista delle attuali autorità ucraine e di tutti i suoi media, ma anche sulla fornitura costante di armi letali all’Ucraina, sulla costruzione di basi militari (essenzialmente straniere) sul nostro territorio, inviandoci sempre più forze speciali, istruttori e consiglieri dai vostri paesi.


Comprendiamo che il capitalismo, per sua natura oggettiva, sta precipitando in una crisi sempre più grave, che nei vostri paesi i problemi socio-economici stanno crescendo minacciosamente.
Comprendiamo che presto avrà luogo un evento grandioso nella Repubblica Popolare cinese: i Giochi Olimpici Invernali, che dimostreranno al mondo intero, un livello di sviluppo senza precedenti e per voi inarrivabile, di uno stato socialista. Ecco perché i vostri paesi hanno dichiarato un “boicottaggio diplomatico delle Olimpiadi” e per screditare questo grande festival mondiale dello sport, come nel 2008, serve una provocazione militare. Se non la Georgia con la Russia, questa volta l’Ucraina con la Russia. È chiaro che un conflitto militare è vantaggioso per voi, ma non per le vostre mani. Non riceverete bare di zinco, le vostre città e i vostri villaggi non cadranno in rovina. Siete abituati a farlo per mano di qualcun altro. Per fare questo, comprate e intimidite i poteri fantoccio delle vostre colonie.


Siamo categoricamente contrari al fatto che ciò avvenga, utilizzando le braccia dell’Ucraina e a spese del popolo ucraino.
Attiriamo la vostra attenzione sul fatto che la fornitura di armi all’Ucraina oggi, nell’attuale tesa situazione di conflitto, è contraria alla Carta delle Nazioni Unite, agli accordi di Minsk sulla soluzione pacifica del conflitto nel Donbass (gli accordi approvati dal Consiglio di sicurezza dell’ONU!), del diritto internazionale umanitario. In particolare, il Trattato internazionale sul commercio di armi (aprile 2013). innegabilmente, la fornitura di armi da parte dei vostri paesi all’Ucraina, danneggia la pace e la sicurezza, provoca un aumento del conflitto armato e della tensione. Ciò è espressamente vietato dai citati Accordi.
Richiamiamo inoltre la vostra attenzione, sul Codice di condotta internazionale circa i trasferimenti di armi, redatto nel 2000 dai vincitori del Premio Nobel per la pace. In particolare, all’art. 4 del Codice, sul “Rispetto del diritto internazionale umanitario” e dell’art. 8, sull’ “ Impegno a promuovere la pace, la sicurezza e la stabilità regionali”. Il Codice stesso invita a non fornire armi ad un regime neonazifascista e nel caso possa “determinarsi un numero significativo di sfollati”.


La pace e l’armonia in Ucraina non saranno favorite dalle forniture di armi, ma dall’attuazione degli accordi di Minsk, dal riconoscimento dell’ideologia criminale del nazionalismo ucraino radicale, dalla denazificazione e democratizzazione del nostro paese. Le autorità sia dei vostri paesi che dell’Ucraina devono rendersi conto che non sono la guerra e l’incitamento ad essa, i valori principali della civiltà mondiale.
Essi sono la pace, la vita, la salute spirituale e fisica delle persone.”.


Il presidente del PSPU Natalia Vitrenko
A cura di Enrico Vigna, SOS UcrainaResistente/CIVG Italia – 28 gennaio 2022

Il PdCI e la comunicazione. Un proposta di riforma a 360°

Introduzione

La comunicazione è una cosa seria. Da tempo il modo di comunicare e di informare è cambiato radicalmente, non più carta ma bit. Non più lettere e telegrammi ma email e messaggi istantanei. Nel nostro partito però il tempo non sembra passare, e si continua a mantenere una forma di comunicazione classica, con un responsabile scelto dal partito che ha il duro compito di avere rapporti con la stampa, e di far risuonare nel paese il più possibile la voce del partito. La comunicazione classica prevede un grande utilizzo di documenti, comunicati stampa,dichiarazioni, presenze in tv, giornali, riviste cartacee, volantini,bollettini etc. ma un piccolo utilizzo delle vie virtuali, cioè internet.

E un partito che oggi non riforma la sua comunicazione, è un partito che è destinato a non essere più percepito, e soprattutto capito, dal popolo.

Riformare tutto unendo il classico al nuovo digitale deve essere una priorità di un partito comunista come il nostro. Bisogna trovare una sintesi tra il volantino e l’email. E abbiamo già dimostrato di essere capaci,quando abbiamo fondato la prima Web TV di partito in Italia, cioè PdCI TV.

Questo documento è una proposta di discussione, oltre che una idea di riforma.

Quanto conta l’età.

E’ una questione oggettiva. La mia generazione, quella degli anni 90′, è molto più predisposta ad assimilare i cambiamenti che il mondo sta subendo nel modo di comunicare.

Soprattutto è una generazione che fin dall’infanzia ha imparato ad usare il PC, fatto che per puri motivi anagrafici non hanno potuto fare i compagni più grandi. Per questo il primo cambiamento deve essere generazionale: la comunicazione del partito in mano a giovani di qualità.

C’è un però. Un giovane può essere bruciato facilmente se non aiutato e supportato.Affiancare i compagni anziani con i giovani vuol dire avere forte scudo contro le trappole di questa politica, basata molto sulla comunicazione.

L’Ufficio Stampa del Partito: non più un singolo ma una redazione.

La figura del responsabile è sempre stata il fulcro della comunicazione del partito. Figura ora che pare limitata e insufficiente.

Per ovviare a questo problema, la proposta è trasformare l’ufficio stampa del partito in una redazione multimediale, un raccoglitore di informazioni che sappia promulgare e diffondere in qualsiasi momento le notizie che pervengono al partito. Una redazione che sia in grado di gestire in tempo reale la comunicazione e i rapporti con l’intero mondo della stampa.

Sfruttando le enormi potenzialità della rete, questo gruppo di giovani compagni(guardare primo paragrafo) può non necessariamente stare in una singola sede reale per lavorare, ma si sfrutta la flessibilità dell’onnipresenza della rete per aggiornare siti, canali e blog in ogni parte del paese.

E il responsabile della comunicazione? Non sparirà. Una redazione deve sempre avere un direttore che ne coordini il lavoro e le azioni. Ma la parola del responsabile non sarà legge, le direttive saranno discusse e votate da tutto il gruppo attraverso il collaudato sistema del centralismo democratico.

Come già detto,non serve una sede fisica per fare le riunioni, prendendo spunto dalla proposta del compagno Oliviero Diliberto, l’uso di strumenti come Skype deve essere la base dalla comunicazione interna tra compagni. Questo non vieta, ovviamente, di ricorrere alle classiche e sempreverdi riunioni faccia a faccia.

Il Segretario e Internet: demolire il muro tra dirigenza e base, ora si può.

Il rapporto tra base e dirigenza in questi ultimi tempi si è rarefatto, e la mancanza di un rapporto solido può compromettere l’esistenza stessa del partito.

Un partito, il cui segretario risponde ad ogni domanda, richiesta, critica del militante tesserato, è un desiderio che cullano in tanti. Oggi con la rete possiamo riuscire a fare tutto questo.

Ci sono decine di siti internet che permettono le dirette streaming di eventi e quant’altro si voglia, tra questi Google Hangout, Ustream e Livestream. La vera novità sta nel fatto che non sono dirette passive (lo spettatore guarda la trasmissione), ma che le dirette sono interattive: lo spettatore può interagire con la diretta commentando tramite i social network. In questo modo i compagni e le compagne potranno letteralmente dialogare con la dirigenza e/o con il segretario, ricostruendo così quel rapporto che manca da tempo.

La grande potenzialità delle sezioni.

Fare un canale YouTube è semplice e veloce, fare video non è difficoltoso come un decennio fa. La comunicazione è alla portata di tutti. Il progetto che come partito dobbiamo portare avanti è semplice: creare tante piccole web tv per ogni territorio, sezione e federazione. Quali sono però i passaggi per creare una web tv?

  • Avere a disposizione una connessione internet e un PC.
  • Creare una redazione di compagni che coordini il lavoro.
  • Una telecamera o qualsiasi altro mezzo tecnologico che permetta la registrazione di video.
  • Un account YouTube affiancato da un blog o da un sito.
  • Riprendere, pubblicare, condividere ogni iniziativa, incontro, proposta, campagna, lotta.
  • Utilizzare Ustream o qualsiasi altro sito internet di diretta streaming e una webcam per mandare in diretta qualsiasi evento.

Una volta che questo processo di creazione di piccole web tv disseminate su tutto il territorio saranno attive si creerà automaticamente una rete che collegherà tutto il partito, consentendo così uno scambio di informazioni in tempo reale in tutto il paese. Più video vengono prodotti, più i suddetti diventano virali, cioè vengono messi in risalto e visti e condivisi dagli utenti. Senza dimenticare che un video molto visto e condiviso può facilmente essere messo in risalto dai media nazionali classici.

Virtuale e reale: mai dimenticare il radicamento sul territorio.

Dopo questa ubriacatura di bit e di rete veniamo ad un punto cruciale: il contatto diretto e reale con i cittadini. Se c’è una differenza che i Comunisti hanno sempre avuto con gli altri è senza dubbio la grande capacità di radicamento nel territorio.

La comunicazione rivoluzionata di questi anni non cancella minimamente questa grande qualità, anzi, la amplifica.

Se prima l’attività era circoscritta nei luoghi dove la si attuava, e si sperava nell’intervento dei media nazionali per risaltarla, ora può essere portata alla vista di cittadini che altrimenti non avrebbero mai avuto la possibilità di conoscere.

Il binomio Virtuale – Reale funzione se esistono tutti e due, altrimenti o non esisti (solo virtuale) o sei limitato (solo reale).

Facebook: i social network sono una cosa seria. Il partito è una cosa seria.

Quante volte leggiamo discussioni a colpi di tastiera su twitter, oppure quante volte vediamo pagine o gruppi che vengono creati, aggiornati per poco tempo e poi abbandonati? Tante! E troppe volte questi casi hanno riguardato il partito.

L’utilizzo dei social network non è un gioco, e quando si tratta di politica non lo è ancora di più. Le pagine fan sono un veicolo importante, perché permettono ad un numero praticamente illimitato di utenti di vedere, commentare, condividere i tuoi pensieri, i tuoi video, le tue iniziative amplificando il raggio d’azione della sezione o della federazione che ha aperto la pagina. Ma, come per ogni cosa, ci sono le controindicazioni:

  • Le pagine vanno aggiornate con continuità.
  • Una pagina lasciata ferma preclude ogni possibilità di diffusione virale.
  • I cittadini collegati si accorgono se una pagina viene abbandonata.
  • L’immagine del partito può essere distorta o compromessa se la pagina è gestita male o abbandonata.

Cautela quindi, mai cadere nella leggerezza. Incentivare l’utilizzo (disciplinato) di Facebook è fondamentale per attuare una seria riforma comunicativa del partito.

Non dimentichiamo però che non tutte le discussioni, interne od esterne al partito, sono da riportare in rete, si rischia di compromettere il partito. Le sezioni esistono per discutere, oltre che per agire.

Giornali e riviste: il cartaceo può funzionare, ma online ancora di più.

Nel vecchio PCI esistevano decine di riviste specializzate, che trattavano praticamente tutto lo scibile umano, dal cinema all’economia, dallo sport alla scienza. Naturalmente in quei tempi tutto era cartaceo, e rifare la stessa cosa ora è folle ma non impossibile, anche perché il PCI aveva moltissime risorse, e noi no.

Il partito può ricostruire quel patrimonio culturale aprendo quelle stesse riviste in rete, cancellando la grande spesa di stampa che hanno le riviste cartacee. Un sito internet unico, con dei siti collegati al principale che trattano ogni possibile argomento, e avere così una visione a 360°.

E’ un progetto grande e ambizioso, che potrà partire più avanti, quando il processo di riforma della comunicazione del partito sarà in fase avanzata. Intanto ne prendiamo nota.

Se questo progetto grandioso richiede tempo, altro può essere fatto, e direttamente dalle sezioni. Un ritorno all’antico possibile: il giornalino di zona.

Ci sono tanti esempi in tante zone del paese di compagni che hanno creato questi piccoli giornali distribuiti nei quartieri e nel territorio, ricavandone molto in termini di visibilità e oltretutto richiede poche risorse per essere attuato.

Forse questo è l’unico progetto di stampa cartacea che possiamo attuare in questo momento.

E chi non sa usare internet?

Semplicemente deve imparare. Non si può più sfuggire, i compagni e le compagne più grandi o meno capaci devono essere aiutati e sensibilizzati all’uso della rete. E’ dovere di ogni militante capace di utilizzare internet aiutare ogni compagno in difficoltà, insegnandone l’utilizzo basilare e anche avanzato se possibile. La rete non deve essere una élite, o una nicchia per pochi fortunati, ma universale e di facile accesso.

Risorse economiche: una riforma a costo quasi zero.

Siamo un partito in enormi difficoltà economiche, ed ogni risorsa va conservata con attenzione. La mia riforma propone molte cose innovative, moderne e utili al partito e ai suoi militanti. Sono cose che possono sembrare molto costose, e invece non lo sono.

  • Facebook, YouTube, Twitter, Skype sono gratuiti
  • I blog sono gratuiti
  • Il costo del dominio di un sito internet è irrisorio ed annuale (anche 40 euro/anno)
  • Le telecamere sono ovunque e si trovano oramai ad ogni prezzo e sono facili da usare
  • I programmi di montaggio sono molteplici e tanti sono gratuiti ed è facile imparare ad usarli
  • Gli abbonamenti per la connessione ADSL hanno prezzi accessibili per tutti.

Se c’è una cosa che i Comunisti sanno fare più degli altri, questa è l’autofinanziamento. Per coprire i costi fissi di questa riforma della comunicazione nella situazione in cui versiamo,l’autofinanziamento è l’unico metodo applicabile. Ma ciò non vietala ricerca di sponsor locali e nazionali che possono finanziare i costi inserendo la pubblicità sui siti delle sezioni, delle federazioni o così via.

Conclusioni

Lo ammetto, è davvero un’ardua impresa questa riforma. Ma non si tratta di obbiettivi a breve termine, alcuni lo sono, ma questa riforma è fatta per essere attuata gradualmente. Alcune sezioni e alcuni territori già attuano tanto di ciò che ho scritto, tra cui la sezione del sottoscritto, quindi so di cosa parlo. Già da domani possiamo riformare il dipartimento comunicazione, possiamo già scegliere i compagni giovani, di qualità che ne possono far parte.Già possiamo fare tanto. Richiede naturalmente tempo, passione,volontà, tutti fattori e qualità che abbiamo nel nostro partito e che ci hanno portato a resistere ancora oggi di fronte a tutte le difficoltà.

Ho a cuore questopartito, vivo in questo partito e non ho alcuna intenzione diarrendermi. Tutto dipende da noi e da come comunicheremo.

Nicolò Monti

Resp.Comunicazione Sez. PdCI “L.Petroselli” – Labaro, Roma

www.comunisti-labaro.it

Labaro TV:www.youtube.com/user/pdcilabaro